È lui che lo ama
Regia: Nanni Moretti
Con Nanni Moretti, Mathieu Amalric, Margherita Pie
★★★
Quella che avrebbe dovuto essere una storia dolceamara sulle cose che passano, per il regista Nanni Moretti è sostanzialmente un veicolo fastidioso. Che si ripropone di nuovo.
Nel 2001, il regista italiano Nanni Moretti ha vinto la Palma d’Oro per il suo film la clip del figlio, Un dramma toccante su una famiglia che deve fare i conti con la morte di un figlio. Anche se Moretti basa quasi tutti i suoi film sulla propria vita, per fortuna questo non gli è successo. Il film è nato da un sentimento di paura che ha provato quando sua moglie gli ha detto che era incinta.
La maggior parte dei film di Moretti hanno toni più leggeri. In È lui che lo ama Moretti interpreta una versione di se stesso, come fa in quasi tutti i suoi film. Ecco Giovanni, un regista nel tardo autunno della sua carriera. Se non all’inizio dell’inverno. Si lamenta di poter produrre un film solo una volta ogni cinque anni.
Consideriamo il progetto a cui sta attualmente lavorando come un film nel film: una storia sul Partito Comunista Italiano in un quartiere di Roma che deve essere collegata all’invasione russa dell’Ungheria nel 1956. Per appianare le cose con il raid, invitano un circo ungherese.
In mezzo a tutti i problemi legati alla realizzazione del film, la moglie di Giovanni, Paola, lo lascia e sua figlia inizia una relazione con l’ambasciatore polacco.
È lui che lo ama, come la maggior parte dei film di Moretti, aveva un tono leggero. O vuole davvero esserlo. Comprese alcune scene di danza. Se potrete apprezzare il film dipende in gran parte da come guardate Nanni Moretti, che – ancora una volta – interpreta una versione di se stessa. Giovanni è un personaggio un po’ insopportabile. Interferisce in tutto e non ascolta mai gli altri.
Un’interpretazione simpatica è che Moretti qui si prenda in giro. Consegna il suo testo in stile brechtiano: attraverso la ripetizione di frasi. La sua versione di se stesso è un regista bloccato nelle regole e nei rituali e non ascolta ciò che gli altri hanno da dire.
Uno dei problemi del film è che l’autoironia non è molto interessante. C’è qualcosa di narcisistico in un regista che mette se stesso in ognuno dei suoi film e poi fa un film su un regista. Quando Giovanni interrompe le riprese di un giovane regista per una notte a tarda ora del film perché non è d’accordo con la scena finale, lei diventa sempre più arrabbiata. Anche se in quel momento Giovanni fece una bella storia sulla semplificazione della violenza nel cinema.
È lui che lo ama Ha un tema comprensivo e agrodolce: è una storia d’addio. Di una carriera, di come fare film, del matrimonio. Il film parla di cose che passano. Ma non ti senti emozionato per questo addio, perché qualcosa si sta intromettendo. Quell’ostacolo si chiama Nanni Moretti.