Questo film racconta la storia vera di una giovane donna siciliana che, dopo essere stata violentata, ha deciso di opporsi al regime e difendere i propri diritti.
Le contraddizioni nella società stanno aumentando in vari paesi, e i conservatori di destra sono fortemente contrari ai progressisti di sinistra. La recente battaglia sul diritto all’aborto negli Stati Uniti ha portato da allora a diversi film che mettono in risalto questi diritti, come “Call Jane” e “Annie Colère”. Il dramma italiano “La ragazza del futuro” si adatta a questa tendenza, anche se non parla di aborto. L'elezione del primo ministro italiano ultraconservatore Giorgia Meloni sta mettendo sotto pressione i diritti precedentemente conquistati dalle donne. In questo film la regista Marta Safina mostra quanto siano importanti questi diritti. La protagonista è la ventenne Lea (Claudia Gusmano), che vive con i suoi genitori in un paesino della Sicilia alla fine degli anni '60. Si fa avanti Lorenzo Musio (Dario Aeta), figlio di un notabile del paese, ma Lea lo trova troppo arrogante.
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In un giorno in cui il padre di Lea, Pietro (Fabrizio Ferracani), non è fuori casa, arriva Lorenzo con alcuni amici. Trascinarono Lea fuori di casa e la portarono in una baita dove Lorenzo la violentò. Secondo la tradizione Lea potrà salvare il suo onore solo sposando Lorenzo, ma la cosa non le interessa. Decide di sporgere denuncia e di combattere in tribunale la ricca famiglia Musicò. Tuttavia, si scopre che non è così semplice. Safina ha scritto anche la sceneggiatura di Primadonna, come si chiamava originariamente il film, basata su una storia vera. Fu questa la prima donna (letteralmente “prima donna”) a contestare questo sistema di “matrimonio riformista”. È una storia toccante, ma è raccontata in qualche modo in bianco e nero. Più sfumature avrebbero migliorato il dramma.
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