L’Italia integra un allevamento di alghe con un parco solare

Il più grande centro di ricerca e strutture italiane ha avviato un esperimento che combina la coltivazione di alghe e la generazione di energia solare sulla costa di Napoli.

Enel Green Power, il braccio “verde” del fornitore italiano di energia Enel, sperimenterà nei pressi di Napoli una tecnologia innovativa che collega la generazione di energia solare alla coltivazione di microalghe. La crescita delle alghe è sostenibile, perché l’anidride carbonica è un nutriente per le alghe. Le alghe possono convertire in modo efficiente la luce solare in energia utilizzabile. Quindi questo organismo è adatto anche per raccogliere e convertire energia.

Agenzia per l’energia atomica

Enel Green Power sta conducendo l’esperimento in collaborazione con Enea, un centro di ricerca del governo italiano, dove 2.600 scienziati conducono ricerche su nuove tecnologie, energia e sviluppo economico sostenibile. Un possibile effetto collaterale ironico è che prima che il nucleare venisse vietato quarant’anni fa, Enea era stata fondata come agenzia italiana per l’energia nucleare.

Verrà realizzato un impianto pilota presso il Centro Enea di Portici (Napoli) per studiare e dimostrare come si combinano le tecnologie solare e delle microalghe. Allo stesso tempo, verrà condotta un’analisi della scalabilità per vedere se la tecnologia può essere applicata anche a installazioni più grandi.

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L’esperimento consiste nel coltivare microalghe a valore commerciale (tra 100 e 200 euro al chilogrammo) con un sistema di coltivazione completamente integrato con pannelli solari installati. Enel ed Enea non hanno potuto fornire informazioni più dettagliate.

“Con questo accordo”, afferma Ezio Terzini, Direttore della divisione “Energia solare e dispositivi intelligenti” di Enea comunicato stampa, “Siamo in procinto di lanciare una nuova potenziale sinergia per l’uso collettivo del suolo”. Enea chiama questo ramo dello sport “algovoltaico”, che può essere tradotto come “energia solare dalle alghe”.

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