La Commissione Europea ritiene che l’accordo sui rifugiati tra Italia e Albania “non sia incompatibile con le regole europee” Dato che l’Italia mantiene la giurisdizione sui due centri di accoglienza in Albania, supervisiona le procedure di asilo e il processo di espulsione e paga tutto, ciò non è in conflitto con la politica europea in materia di asilo.
L'Italia potrebbe costruire due “centri di accoglienza” (secondo i rapporti italiani “centri di detenzione ad alta sicurezza”) nelle città costiere albanesi di Shanghai e Kjadar. Le navi italiane possono accogliere i richiedenti asilo direttamente dal mare tra Libia, Tunisia e Italia. Circa tremila rifugiati al mese che si stabiliscono in Albania vengono poi sottoposti a una procedura di asilo gestita in loco dalle autorità italiane. Se le condizioni per presentare domanda di asilo non sono soddisfatte, il rifugiato interessato verrà “immediatamente” rimpatriato nel paese di origine. Come dovrebbe funzionare non è specificato; Per quanto è noto, nessun paese africano o altro paese di rifugiati sta aspettando i cittadini rimpatriati. Per mandare indietro qualche difensore all'anno ci vogliono tanti soldi e trattative infinite.
L’accordo sui rifugiati, pesantemente criticato dalle ONG europee, è stato finalmente approvato dal Senato italiano il 15 febbraio e dal Parlamento albanese il 23 febbraio. L’Italia vi investirà 675 milioni di euro nei prossimi dieci anni, che non sono i soldi dati alle sue ambizioni. Ma solo se, come dicono queste organizzazioni, “i soldi finiscono subito nel Mediterraneo”.
Vale anche la pena notare che l’Italia ha liquidità immediata pronta per l’accordo, mentre il denaro promesso dall’Europa dal Corona Recovery Fund è sullo scaffale. Giovedì scorso il primo ministro italiano Giorgia Meloni ha ammesso di non voler fare alcun progresso nell’attuazione del piano di salvataggio entro la fine del 2026 e che il governo italiano, sempre pesantemente rosso, perderebbe 150 miliardi. Euro in questo modo.
I 2,8 milioni di persone che vivono in Albania non sono contente del piano di spingere questi rifugiati nel paese più povero d'Europa, da cui ormai se ne sono andati tutti quelli che potevano andarsene.