Rutte ora si è offerto di mediare la faida dell’UE sull’Irlanda, o ha semplicemente chiesto pragmatismo?

Il primo ministro Boris Johnson (a sinistra) saluta il primo ministro Mark Rutte venerdì 17 settembre davanti alla sua residenza ufficiale a Downing Street a Londra.Foto di Neil Hall/EPA

Si dice che il primo ministro abbia detto questo venerdì sera durante una cena al 10 di Downing Street, alla quale ha partecipato anche il negoziatore britannico per la Brexit Lord David Frost. I diplomatici olandesi negano uno spettacolo. Rota aveva solo sostenuto il pragmatismo.

Dopo l’incontro bilaterale, Rutte ha dichiarato alla stampa olandese che si stavano discutendo soluzioni pratiche ai problemi dell’Irlanda del Nord. Ad esempio, il Primo Ministro concorda con il collega britannico che non dovrebbero essere necessari controlli rigorosi sulle merci britanniche destinate solo al mercato dell’Irlanda del Nord.

‘Buon senso’

a partire dal Financial Times Lunedì è stato in grado di riferire che il ROTA è andato molto oltre e ha agito come mediatore. Il giornale si basa su quello dello stesso Johnson. Durante un viaggio a New York, Johnson ha ribadito che il protocollo viene attuato in maniera “folle” e che è necessario il “buon senso” per renderlo praticabile.

“Ho parlato con Mark Root, che è venuto a Londra per vedere se poteva mediare questo dossier”, hanno osservato i giornalisti che hanno viaggiato con lui dalla sua bocca disinvolta, “Sapete che vogliamo davvero fare progressi. Stiamo cercando una soluzione, ma deve essere una soluzione che permetta la libera circolazione delle merci tra tutte le parti del nostro Paese.

Nei negoziati sulla Brexit, Johnson ha accettato il Protocollo dell’Irlanda del Nord alla fine dello scorso anno. È stato concordato di stabilire controlli sul flusso di merci attraverso il Mare d’Irlanda tra la Gran Bretagna e l’Irlanda del Nord, al fine di prevenire un conflitto di confine sulla terraferma irlandese tra l’Irlanda e l’Irlanda del Nord.

guerra delle salsicce

I problemi sono sorti fin dall’inizio. Secondo l’Unione Europea, questi derivano da accordi, ma i britannici sostengono che i controlli sono molto accurati. Meno del 5% delle merci è destinato all’Irlanda, che fa parte del mercato interno europeo. Il ritardo ha creato scaffali vuoti e tensioni nell’Irlanda del Nord.

I controlli avrebbero dovuto essere rafforzati all’inizio di luglio, ma Bruxelles ha acconsentito a un rinvio per evitare un’escalation sotto forma di “guerra delle salsicce”. All’inizio di questo mese, Frost ha affermato che i britannici ritarderanno nuovamente l’attuazione dal 1° ottobre, un ordine concordato dall’Unione europea. Ma secondo Johnson, questa situazione non può continuare per sempre.

L’amministrazione Johnson è pronta a recedere unilateralmente dal protocollo, facendo affidamento su una clausola speciale. All’inizio di quest’anno, l’Unione Europea ha pianificato qualcosa di simile per fermare l’esportazione del vaccino nel Regno Unito. Una tale mossa britannica potrebbe portare a una disputa commerciale. I vicini d’oltremare Irlanda e Paesi Bassi, in particolare, hanno molto da perdere come importanti partner commerciali.

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