Dove sono i titoli terrificanti sull’Italia?

La crescita dei fondi pubblici italiani è meno chiara di Doomsday e gli ottimisti pensano, afferma Ulrike Kastens, capo economista europeo presso il gestore immobiliare DWS.

“Nei tabloid tedeschi, titolo La notte della crisi dell’euro È già emerso. È uno dei preferiti perenni dei media britannici I prezzi delle case cadrannoI titoli spaventosi sono utili per le vendite di giornali e non hanno bisogno di informare i lettori.

Nelle ultime settimane non ci sono stati titoli sull’euro. Ciò è significativo in quanto la circolazione dei titoli di stato italiani e tedeschi è aumentata di oltre 100 punti base da settembre dello scorso anno. Per gli standard storici, lo spread attuale è ancora più moderato.

Ogni anno l’Italia deve rifinanziare il 14% del proprio debito. Quindi ci vuole del tempo prima che le variazioni di interesse si trasformino nel costo degli interessi.

L’Italia non è la Grecia

A fine 2021 il debito pubblico in percentuale del PIL italiano era del 150%. Questo è il debito più alto dopo la Grecia, ma in Italia, a differenza della Grecia, è principalmente dovuto a disavanzi di bilancio dagli anni ’80.

La startup europea, infatti, presentava per la maggior parte eccedenze sia di conto corrente che di saldo primario di bilancio (prima del pagamento degli interessi).

A causa degli alti costi dell’infezione, quest’ultima è diventata scarsa. L’avanzo delle partite correnti, sebbene positivo, si sta riducendo. Inoltre, l’Italia è uno degli hub manifatturieri d’Europa ed è stata storicamente un importante importatore di petrolio e gas russo, ed è ora afflitta da interruzioni dell’approvvigionamento dovute alla guerra in Ucraina. Il primo ministro Drake ha giustamente rifiutato i termostati per risparmiare energia.

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Il governo italiano deve agire

Le elezioni si terranno entro la fine di maggio 2023, il che potrebbe essere abbastanza per stabilizzare la posizione finanziaria dell’Italia. Dipende dal fatto che l’Italia rispetti le regole e saldi il bilancio per il prossimo anno. Quindi 200 punti base possono persino far fronte a un aumento dei tassi di interesse.

Se ciò sia possibile dipende non solo dalle scelte di politica fiscale, ma anche dal rapporto tra crescita nominale (compresa l’inflazione) e tassi di interesse. Si può fare affidamento su quest’ultimo, almeno quando si considerano le attività correlate come gli spread obbligazionari.

Negli ultimi dieci anni, l’Italia non ha sempre intrapreso l’azione rapida, ma necessaria. Ad esempio, il settore bancario ha in gran parte eliminato i crediti deteriorati. Resta da vedere in che misura questi sforzi miglioreranno le opportunità di sviluppo strutturale. Il Paese è molto più cauto di molti dei suoi alleati del nord nel diversificare il proprio stato energetico”.

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