I sindaci d’Italia vogliono direttamente i soldi dell’UE

Secondo Richie, aspettandosi miliardi dal piano di rilancio europeo, è opportuno e urgente chiamare il Fondo europeo di emergenza (Esm). Richie è presidente dell’Associazione Autonoma Locale Italiana (ALI), che riunisce riformisti e sindaci europeisti. Con circa 4.500 sindaci, il club punta molto sulla sostenibilità e sull’ambiente.

A quanti comuni pensi che dovrebbe andare il Recovery Fund?

“Chiediamo che i primi 20 miliardi di euro – il 10 per cento dei fondi di riscatto dell’Italia – siano stanziati direttamente ai Comuni in modo da poter spendere meglio e più velocemente queste risorse. Hanno perso molta popolazione negli ultimi decenni. L’era Govt è ora portare le persone a cercare più spazio e case con giardino Vogliamo migliorare i servizi, la digitalizzazione e le infrastrutture in questi comuni.

In che modo il fondo di salvataggio può aiutare l’Italia?

Vogliamo puntare su investimenti e spesa immediata in settori strategici, con performance che solo i Comuni possono fornire.
Le aree strategiche includono la digitalizzazione, il rafforzamento delle infrastrutture scolastiche, l’ambiente, la mobilità urbana e la sostenibilità. E naturalmente tutto il necessario per rafforzare l’igiene. Abbiamo bisogno di infrastrutture moderne e di uno sviluppo che includa sia il settore pubblico che quello privato. La crisi del Corona ci ha insegnato quanto sia importante l’integrazione del settore sociale e sanitario e lo sviluppo dell’assistenza sanitaria. E non solo l’assistenza sanitaria fornita dagli ospedali, ma anche gli infermieri di comunità.

I comuni hanno poca fiducia nel governo?

Il governo ha dato un enorme contributo ai comuni. Cosa funziona contro di loro: Funzionari di governo e dipendenti pubblici vogliono gestire tutto esclusivamente nelle stanze dei ministeri. Più che politici, è, come sempre, un organismo burocratico che non si fida dei comuni. Chiediamo che le Regioni non gestiscano questi soldi Ue per il rischio di lentezza delle procedure. Dobbiamo concentrarci sugli investimenti in progetti che possano tenere insieme più comuni internamente. ‘

Dov’è la burocrazia nell’elenco delle questioni con cui i comuni devono confrontarsi?

La parola chiave in questo momento è “velocità”, in termini di contributi e mezzi per raggiungere famiglie, aziende e dipendenti. L’obiettivo è mantenere la coesione sociale e prevenire scoppi di rabbia sociale. Oltre a rimuovere i vincoli sui cantieri pubblici, serve una nuova procedura di approvazione: quasi tutte le procedure di autorizzazione in Italia richiedono controlli prima di presentare una domanda, se è stata avviata un’azienda o se si sta realizzando un progetto. Invece, vogliamo che i sindaci abbiano modi pratici per fidarsi dei cittadini e concentrarsi sui processi a ritroso.

Leggi l’intervista completa sull’Home Board No. 23 di questa settimana

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