‘Rabito’: Di un ragazzo cresciuto dal Papa [film]

La settimana scorsa abbiamo ricevuto il lungometraggio italiano Rapido (Rapito) nei corridoi. Racconta la commovente storia del ragazzo ebreo Edgardo Mortara (1851-1940), che fu prelevato dalla sua famiglia a Bologna dall’Inquisizione Papale all’età di sette anni, per essere allevato personalmente come cattolico da Papa Pio IX. L’affare di Mortara segnò l’ultimo decennio di esistenza dello Stato Pontificio.

Dopotutto, il Papa fu anche il sovrano secolare dell’Italia centrale fino al 1870.

Trama: All’insaputa dei genitori, la giovane cameriera Anna Morrissey battezza il piccolo Edgardo, perché crede che il bambino sia in pericolo di morte. Tuttavia, le leggi dello Stato Pontificio vietavano alle famiglie ebree di assumere domestici cattolici, anche allo scopo di evitare situazioni simili. Le autorità ecclesiastiche vennero a conoscenza di questo fatto solo molti anni dopo. Dopo che un’indagine stabilì che il sacramento era stato donato illecitamente ma era valido, la Santa Sede ordinò che Edgardo fosse allevato come cattolico.

Protesta internazionale

La sera del 24 giugno 1858 il bambino fu prelevato con la forza dalla famiglia dalla gendarmeria pontificia e portato a Roma. Edgardo fu presentato a Papa Pio IX, che si dichiarò padre adottivo del ragazzo.

Il rapimento della Piccola Mortara ha acquisito rilevanza politica a livello internazionale. Le comunità ebraiche di tutto il mondo hanno ufficialmente protestato. Inutilmente intervennero l’imperatore francese Napoleone III e Camillo Cavour, il primo presidente del Consiglio italiano, e il processo davanti al tribunale italiano non portò alcun progresso per i genitori.

Il Papa rimase irremovibile. Il ragazzo era un trofeo.

“Ti ho pagato caro”, dice Pio IX nel film, che non è molto anticattolico, ma dipinge Pio come un eccentrico assetato di potere.

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“Pius” in omaggio

La ricerca storica degli anni ’90 ha dimostrato che non solo i nuovi insegnanti di Edgardo proibivano il contatto con i suoi genitori ebrei, ma anche che Pio IX osservava attentamente il ragazzo come un vero padre. Il film lo descrive bene. In una delle case vaticane, Edgardo si trasformò in uno studente pio e diligente.

Il 20 settembre 1870 le forze italiane conquistarono Roma e lo Stato Pontificio cadde. Nel film, il fratello maggiore di Edgardo si fa strada nel monastero dove risiede Edgardo per liberarlo. Ma si rifiuta di tornare.

Dice al fratello: “Questa è la mia casa”, e anche: “Il mio battesimo mi ha salvato”.

Le nuove autorità italiane hanno incoraggiato anche il diciannovenne Mortara a unirsi alla sua famiglia. Ha rifiutato. Edgardo completò gli studi teologici e prese il nome Pio in onore del padre adottivo. Fuggì da Roma, fu ordinato sacerdote in Francia e poi viaggiò attraverso l’Europa come predicatore. Quando visitò sua madre per l’ultima volta, tentò invano di convertirla e di battezzarla. È la toccante scena finale del film.

Mortara morì nel marzo 1940 a Liegi, un mese prima dell’ingresso dell’esercito tedesco.

Nascondino

Il regista Marco Bellocchio si è affidato a fonti storiche nel suo lavoro. indirizzo di lavoro il trasferimento È cambiato rapirePerché a poco a poco si è reso conto che il caso era un crimine. L’immagine ha fatto colpo al recente Festival di Cannes. I giornali cattolici hanno elogiato il film per le sue numerose scene memorabili: il rapimento stesso, Pio che gioca a nascondino con Edgardo, l’incubo del Papa che vede il suo letto circondato da rabbini che vogliono circonciderlo, il sogno di Edgardo in cui si toglie i chiodi dal corpo . La croce, la salvezza di Gesù dalla croce e la penetrazione dell’esercito italiano dentro Porta Pia.

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«Oggi il caso Mortara è del tutto impossibile perché la libertà di religione dichiarata dal Concilio Vaticano II ci offre altri punti di vista», scrive. L’Osservatore Romano, Giornale vaticano sul film.

Ma perché Edgardo non si liberò quando anche Roma fu liberata, e non tornò alla sua famiglia e all’ebraismo? Nel film il regista Bellocchio non risponde a questa domanda, poiché il misterioso mistero è sepolto insieme a Edgardo nel cimitero di Liegi.

(Guarda il trailer del film qui sotto.)

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