La farsa al tribunale vaticano mostra la necessità di una vera separazione dei poteri

Ad esempio, a settembre, Francis Alessandro Dedi, uno dei pubblici ministeri nel caso in esame, ha nominato il nuovo procuratore vaticano. Per quanto il Vaticano lo presenti come un normale cambio di personale, trovarsi nel bel mezzo di un processo così intenso non può fare a meno di suonare come un’approvazione papale all’accusa.

giurisdizione speciale

L’unico modo per evitare di creare l’impressione di una lotta di potere è che la magistratura civile vaticana sia veramente indipendente. Il papa sarebbe ancora in grado di nominare i giudici, ma poi il tribunale stesso sarebbe la massima autorità giudiziaria del Vaticano, compreso il potere di rivedere (e ribaltare) le azioni papali per inosservanza della legge.

Naturalmente, questo potere sarebbe limitato alle questioni civili come le finanze e il personale. Il tribunale non avrebbe giurisdizione sulla dottrina e sulla morale, che rimarrebbero comunque di competenza esclusiva del papa.

Con una tale riforma, non importa più se il papa ha avuto un colloquio con una persona che partecipa al processo, o se ha cambiato il personale, perché non è responsabile della magistratura, quindi non ci saranno problemi con un giusto processo .

disturbo cronico

Una tale riforma da sola farebbe ben poco per chiarire chi sta mentendo nell’attuale processo vaticano, o dove risieda la colpa fiasco londinese Mente davvero.

Tuttavia, eliminerebbe almeno una lamentela cronica sull’equità del processo, allineando così anche la prassi interna del Vaticano con la dottrina sociale cattolica sulla legittima indipendenza della magistratura ovunque.

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