Con filmatoInnocente, vulnerabile, di scarsa qualità. Anche contro un’Italia pigra, la nazionale olandese ha perso domenica, Enschede: 2-3 in un pomeriggio pieno di mal di testa. Senza alcuna guida, gli Orange affrontano un’estate incerta, con due cruciali qualificazioni agli Europei a settembre.
Sjoerd Mossou
Ultimo aggiornamento:
18-06-23, 19:31
Dopo questa domenica pomeriggio a Enschede le aride verità sono dolorose. In quattro partite sotto la guida del nuovo Ct Ronald Koeman, la nazionale olandese ha già perso tre volte, subendo undici gol e vincendo solo 3-0 contro il Gibilterra.
Queste statistiche dicono quasi tutto. Soprattutto se paragonato al predecessore di Koeman, Louis van Gaal, che non ha perso una sola partita internazionale in venti partite consecutive nei tempi regolamentari, inclusa una deludente Coppa del Mondo in Qatar visto il livello di gioco.
Van Gaal ha giocato spesso con gli Orange contro nazioni nella media, e due volte contro Belgio (vittoria), Germania (pareggio) e Argentina (sconfitta ai rigori). Ma mai sotto la sua guida Orange è sembrata così ingenua, vulnerabile e impotente come adesso.
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Non è stato diverso domenica pomeriggio contro l’Italia, che a tratti è stata vivace, arrivando alla fine di una lunga stagione soprattutto al Twente con una decorazione B. Perché questo è ciò che preoccupa di più: il modo in cui Orange si sta manifestando in tutti gli aspetti del gioco in questo momento.
Con le prossime due cruciali partite di qualificazione agli Europei contro Grecia e Irlanda a settembre, l’Olanda non può sbagliare.
Nessuna presa
Gli ultimi mesi sotto Koeman non hanno fornito indicazioni. Gli Orange sono stati completamente sconfitti dal Paris Boy (4-0), mancati su quasi tutti i fronti contro la Croazia di mercoledì (4-2) e sicuramente sembravano una squadra giovanile leggera e debole contro l’Italia prima dell’intervallo. Un attacco finale audace e dinamico non cambierà questo.
Guarda la reazione di Ronald Koeman qui sotto. Il testo continua sotto il video…
E ciò che è chiaro ancora e ancora: contro nazioni forti, questa Olanda ha troppo poca qualità per giocare “vecchio stile” con tre attaccanti in attacco. Qualità meno eccellente in ogni linea.
Per Van Gaal, è stato il motivo per adattare la sua squadra in Qatar nel tentativo di vincere il titolo mondiale. Immediatamente, Koeman ha detto che “potrebbe fare diversamente”, ma finora è stato ripetutamente negato.
Una difesa che filtra come un colabrodo
La nazionale olandese di certo non si è comportata bene in fase difensiva. Dal ritorno dell’allenatore della nazionale Ronald Koeman, i gol si sono susseguiti contro gli Orange. La serie di sconfitte del 1962 è stata addirittura eguagliata oggi contro l’Italia.
È certamente possibile in questo modo, giocare più tardi contro Irlanda e Grecia, ma ironia della sorte: l’Olanda non ha mostrato fiducia in se stessa nelle ultime quattro nazionali.
Per ora, quando ha saltato due finali nella cosiddetta ‘fase di transizione’ tra il 2014 e il 2018, il percorso sotto Koeman è preoccupante quanto lo era sotto Guus Hiddink o Danny Blind.
Un inizio drammatico
A metà primo tempo, a Enschede, la partita contro l’Italia è quasi decisa. Quasi inavvertitamente, gli ospiti giocano liberamente sulle fasce dopo sette minuti, dopodiché Federico DiMarco calcia senza fatica nell’angolino lungo: 0-1.
Nel giro di quindici minuti era già 2-0. Ancora DiMarco ottiene più spazio sulla fascia sinistra mentre l’Italia cambia velocemente e la metà campo arancione è aperta. Per carambola, il pallone alla fine finisce con il centrocampista David Fratesi, che segna da distanza ravvicinata per il 2-0.
È una scena straziante in quasi tutti i sensi. Il Ct della nazionale italiana Roberto Mancini non ha schierato la sua squadra più forte per la partita, in calo di sette posizioni rispetto alla semifinale contro la Spagna. Nel tentativo di guadagnare un po’ di fiducia dalla nuova via di Koeman, gli Orange stanno giocando con tutti i loro giocatori chiave.
Nella ripresa, gli olandesi hanno rischiato un po’ di più, giocando con tre difensori e due “numeri 10” dietro il subentrato Vaud Wekhorst. Porta rapidamente a buone occasioni per Gakpo e per il subentrato Steven Bergwijn, quando l’Italia quasi prova a fischiare.
Attacco Bergwijn
Dopo 68 minuti era ancora 1-2 quando Bergwijn è stato rilasciato e ha sparato un bel gol sulla sinistra. Ma pochi minuti dopo la partita è finalmente decisa, quando il subentrato Federico Chiesa irrompe sulla sinistra e il capitano Virgil van Dijk interviene troppo tardi: 1-3.
Dieci minuti prima della fine, l’eroe locale Wood Wekhorst sembrava essere in vantaggio quando ha segnato, ma il gol è stato annullato per fuorigioco dopo l’intervento del VAR. Il 2-3 finalmente cade poco prima del minuto quando il subentrato Georginio Wijnaldum segna da distanza ravvicinata. Successivamente l’Olanda è andata all’attacco completo ancora un paio di volte, ma invano.
Non nascondo le preoccupazioni di questo Orange: un’estate piena di compiti e incertezze attende Koeman & co.
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