Ancora morto – De Gruen Amsterdammer

Marco Carrera (Pierfrancesco Favino) e Luisa Lattis (Bérénice Bejo). coli. Regia di Francesca Archibugi;

© Sinart

Con Il colibrì dell’autore italiano Sandro Veronese è tornato docgPersonalità prodotta dalla sua generosità. Veronesi è un autore di bestseller internazionale Caos tranquillo (2005) e molti altri romanzi pluripremiati e best-seller Caos tranquillo È e rimarrà il suo capolavoro. La storia di un uomo che sconvolge la sua vita dopo la morte improvvisa della giovane moglie CongelareStare in piedi e sedersi sulla panchina davanti alla scuola elementare di sua figlia è stato un successo planetario che uno scrittore può avere solo una volta nella vita. Ma con l’argomento, il tema del trattenere il fiato, del tenere a bada dolore ed emozioni congelandoli, sembra che Veronese non abbia ancora finito.

Trattiene costantemente il respiro come un colibrì il colibrì, Il romanzo di Veronese del 2019 (pubblicato come Colibrì In Prometeo). Il ragazzo intelligente e sensibile Marco Carrera ha preso il soprannome da sua madre perché è ancora troppo giovane per la sorella maggiore ipersensibile e il fratello minore indifferente. Il colibrì non è solo un uccello straordinariamente piccolo, ma è anche un uccello con una tecnica di volo unica. Grazie alla frequenza del battito delle ali incredibilmente alta e ad alta intensità energetica, un colibrì può rimanere completamente fermo in un punto nell’aria, senza che tu veda quanto lavoro sta facendo.

Questo è anche il metodo di sopravvivenza mentale di Marco Carrera. “Oh mio Dio, sei davvero un colibrì, tutta la tua energia va a restare dove sei”, dice la ragazza francese della porta accanto dopo le sue giovanili vacanze al mare, ora moglie di qualcun altro e Marco irraggiungibile per tutta la vita. Quando possibile, si vergogna. Non ora, non qui, non così. Una sera dell’adolescenza, sulla spiaggia notturna, ai piedi della bellissima villa dei genitori nella baia di Porto Ercole, la Costa d’Argento della Toscana, conosciuta nei Paesi Bassi dalle fotografie arancioni di un’altra villa simile, ‘de Ville Said’ . Lei lo vorrebbe, è già sopra di lui, ma no, non è questo il momento per Marco.

Molti anni dopo, ora sposato e con figli, durante una conferenza a Parigi, dove vive, sono sdraiati insieme sul letto nella sua camera d’albergo, ed è perfetto in un certo senso, ma no, non lo è. Torniamo a Marco. “Pensi che questo sacrificio serva a qualcosa?” chiede la bella attrice franco-argentina Bérénice Bejo, mentre giace casta tra le sue braccia. – Sì, perché così non ti perderò. Così potremo vederci sempre senza fare del male a nessuno”, risponde l’attore italiano Pierfrancesco Favino, protagonista di quasi tutti i film italiani degli ultimi anni. Tipica azione dei colibrì, o meglio non azione. Restare completamente fermi nel aria, assicurandoti di non apportare alcun cambiamento, sperando di poter prevenire il peggio.

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Veronese è stato fotografato più volte, Perché le sue storie italiane, piene di caos, legami familiari, colpi di scena e location cinematografiche, sono state fatte per quello che sono. ape coli È il turno di Francesca Archibugi, una regista che inizialmente aveva promesso di realizzare i suoi (film con le proprie storie ben scritte e ricche di sfumature, ad es. Mignon è Partita, il grande cocomero, verso sera) Da tempo è stato sostituito dal duro artigianato, che significa trasformare le storie di altre persone in film. Non c’è niente di sbagliato in questo, con una solida maestria, e l’Archibuji lo dimostra coli. Una storia ideale per un successore diretto della Commedia all’Italiana, perché è una tipica saga familiare italiana con molti scoppi emotivi, molti giovani e bambini, molto clamore, ma anche alcuni personaggi saggi che fungono da deus ex machina fornendo lo spazio di respiro tanto necessario. Oltre allo stesso colibrì Marco, da cui si capisce meglio perché preferisce non lasciarsi coinvolgere in tutti quegli slanci emotivi e cercare l’attenzione degli altri, c’è anche lo psicoterapeuta Nanni Moretti, che svolge un bel ruolo, perché oltre ad essere autore/regista, Moretti è anche attore Sorprendentemente bravo. A volte, potresti segretamente pensare che si senta più a suo agio nei film e nelle storie degli altri che nei suoi, perché è proprio in ruoli che non hanno nulla a che fare con i suoi vincoli politici intellettuali che può raggiungere traguardi così grandi, come ha fatto . È già apparso nell’adattamento cinematografico Calmati (2008), in cui interpreta il vedovo in panchina Pietro Paladini (per i tifosi Può essere visto su NPO Plus).

Quello sguardo, quella voce, quella qualità quasi divina che ha Moretti come l’uomo della panchina verso il quale tutti vanno in pellegrinaggio, questo dice il protagonista. coli Pierfrancesco Favino no, ma è un ruolo diverso. Un colibrì è uno che svolazza costantemente per evitare il peggio, solo per essere annegato ancora e ancora dalle onde crudeli del destino. Gli accadono di cose terribili, povero Marco Carrera che intende solo bene. In quei momenti compare sempre lo psicoterapeuta Nanni Moretti, che è un po’ come il suo angelo custode.

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“Marco, rinuncia per un momento alla voglia di vivere. Provare a vivere è una cosa.”

Marco, lascia andare per un momento la voglia di vivere: “Provare a vivere è fantastico”, dice ad esempio quando a Marco è appena capitata la cosa peggiore che potesse capitare a chiunque: la morte di un bambino. il colibrì. Allora lo svolazzare non aiuta E trattiene molto il respiro. Si siede esausto al tavolo della cucina di fronte alla sua adorabile nipotina di due anni, eredità della sua unica figlia, caduta mortalmente mentre scalava una montagna La nipote fa quello che fa un bambino di due anni, piange, pretende attenzione, vuole alzarsi dal seggiolone, no, vuole mangiare, è così esausto dal dolore che non sa più come vivere, come avere un senso nella vita. Ma questa potrebbe anche essere un’ambizione eccessiva, come gli ricorda il suo angelo custode Moretti. “Ciò che ti toglierà sarà lo sforzo che farai ogni giorno per alzarti dal letto. Per iniziare la giornata. Per conviverci momento per momento. Questo è il messaggio positivo che puoi trasmetterle. Lo sforzo necessario per affrontare la giornata.

Psichiatra Daniele Caradori (Nani Moretti). coli

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Lo scrive Veronesi sul suo sito Si sente a suo agio con il realismo magico: “Mi classificherei come un realista magico”. Attingo dalla realtà e dalla vita di tutti i giorni per creare un’altra dimensione. Una critica frequente ai suoi numerosi romanzi pluripremiati è che sfidano i limiti delle possibilità attraverso lo tsunami di eventi che trascinano con sé i suoi personaggi principali. Lo ammette lui stesso, ma è un processo contro il quale non può farci nulla, e succede anche a lui. “Per me scrivere un romanzo è come aspettare che arrivi un treno a grande velocità. Invece di spostarmi di lato, continuo a camminare lungo i binari. Quando finisci, sei finito sotto il treno”, disse una volta in un intervista a un giornale italiano acrobazie con effetti speciali e persino una certa realtà interiore che evoca, come ha affermato in un’intervista del 2015 a Verde di Amsterdam Basandosi sul suo successivo resoconto della vita dell’uomo in panchina, Pietro Paladini, Terre rare. “So di avere doti di chiaroveggenza, prima mi ci buttavo senza pensarci due volte, ma ora ci sono più appassionato. Sotto l’influenza di mio padre (2000) è un’accurata anticipazione dell’allontanamento tra me e la mia prima moglie, che è anche la madre dei nostri tre figli. Lo sapevo già, ma non lo sapevo. “A volte ho paura di quello che scrivo”, ha detto Veronesi.

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Quando pensi al realismo magico, pensi ai dipinti di Giorgio de Chirico o Karel Willink. Paesaggi proibitivi da incubo con figure congelate che sembrano non avere nulla a che fare con il paesaggio. Un sacco di pietre, edifici vuoti, cieli minacciosi e statue fatiscenti che sembrano contenere parte del congelamento di Veronese. Non muoverti, trattieni il respiro, lascia che il momento passi da solo.

La regista Francesca Archibugi ha cercato di evocare il realismo magico di Veronese nel film coli C’è molto da fare tra passato, presente e futuro, Crea un effetto caleidoscopio. Da un lato, le sue immagini attraenti dei paesaggi italiani, della bellissima Costa d’Argento toscana, di Firenze, di Roma e degli attori attraenti sono forse un po’ troppo vaghe per il realismo magico di Veronese, ma dall’altro è anche questo il motivo per cui va bene per un film italiano. . Bel soggiorno in Italia, mentre le scuole sono già iniziate.

Da qualche parte nel film appare all’improvviso un uomo e ti mette immediatamente con il fiato sospeso: chi è quello? Questo è veronese Lui stesso. Fa un’apparizione cameo in flashback del passato nei panni della bella ed esplosiva amante della madre di Marco Carrera, che si sta prendendo una pausa dal suo noioso marito morto con il suo modellismo ferroviario. Si baciano sensualmente sulla bocca mentre il piccolo colibrì Marco, con il cuore che batte, si nasconde tra le colonne di alcuni bellissimi monumenti di Firenze. Va detto che Veronese sembra più interessante e misterioso di qualsiasi altro attore del film.

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