Bruno Latour, filosofo e antropologo francese, è morto all’età di 75 anni

Agenzia di stampa francese

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È morto il filosofo e antropologo francese Bruno Latour (75 anni). Era considerato uno dei più importanti pensatori contemporanei in Francia e uno dei maggiori innovatori nelle scienze sociali.

Latour ha affrontato i temi più diversi, come la costruzione (sociale) dei fatti scientifici, ed è stato uno dei fondatori della teoria della rete degli attori. Negli ultimi anni è stata prestata molta attenzione ai cambiamenti climatici.

Latour nasce a Bonn nel 1947 in una famiglia di produttori di vino. Ha studiato filosofia, sociologia e antropologia alle università di Digione, Tours e Parigi. Dal 1982 ha insegnato presso la famosa Facoltà di Ingegneria, la Scuola Superiore Nazionale delle Miniere, e dal 2006 presso l’Istituto di Studi Politici dell’Università (Istituto di Studi Politici).

processo sociale

Nel 1979 ha guadagnato fama tra i suoi colleghi scrittori La vita in laboratorio: la costruzione sociale dei fatti scientifici. Ha scritto con il sociologo britannico Walgar sul modo in cui i risultati della ricerca vengono prodotti in laboratorio. Contrariamente alla credenza popolare, questo è stato anche un processo sociale, secondo Latour, in cui questioni come la retorica, il pregiudizio e il comportamento di gruppo svolgono un ruolo importante.

Negli anni ’90 ha sviluppato la teoria della rete degli attori con Michel Callon e John Law. È un approccio che analizza i fenomeni sociali come reti in cui le persone non solo svolgono un ruolo, ma svolgono anche un ruolo. Le differenze compaiono solo dopo l’interazione. Secondo la teoria della rete degli attori, le persone e le cose costituiscono, per così dire, gli “atomi” da cui è costruita ogni unità più grande.

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negazionisti del clima

Negli ultimi anni della sua carriera, Latour si è concentrato quasi interamente sul cambiamento climatico e sulla questione di come questo campo scientifico fosse minato, ad esempio, dai negazionisti del clima. Il suo punto di partenza era che scienza e politica non potevano più essere separate. Su argomenti con forti implicazioni politiche, come razza, QI e clima, gli scienziati non possono essere imparziali, afferma Latour. Secondo lui, questo non significa che non puoi fare una buona scienza, ma che devi essere aperto sulle tue ipotesi, metodi e conclusioni.

nel suo libro A tu per tu con Gaia Dal 2017 ha affermato che la natura non costituisce più lo sfondo stabile per le nostre azioni, ma che noi stessi ne facciamo parte. “Siamo entrati nel dramma della storia geologica, l’Antropocene. In quell’epoca sono entrate in vigore le conseguenze ecologiche delle azioni umane”, ha detto Latour.

Il lavoro di Latour ha vinto numerosi premi, come il Premio Holberg nel 2013 e il Premio Kyoto lo scorso anno. Ha anche ricevuto diverse lauree honoris causa da università in Svezia, Svizzera, Gran Bretagna e Canada.

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