Ministro italiano: il commercio lungo la Via della Seta è meno robusto di quanto sperato


Foto: Polizia nazionale afgana

Il commercio tra Italia e Cina non è migliorato quanto sperato a causa della partecipazione dell’Italia alla cosiddetta Nuova Via della Seta quattro anni fa. Lo ha affermato il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani prima della partenza per la Cina.

La Nuova Via della Seta, ufficialmente chiamata Belt and Road Initiative, mira a incrementare il commercio tra Asia, Europa, Medio Oriente e Africa. La Cina ha investito centinaia di miliardi nella costruzione di strade, ferrovie e altre infrastrutture per costruire quelle rotte commerciali.

L’Italia ha aderito al progetto nel 2019. Ciò ha reso il Paese la prima grande economia occidentale a partecipare alla Nuova Via della Seta, nonostante le obiezioni degli Stati Uniti.

Secondo Tajani però i risultati non sono al livello desiderato e si sta ora studiando se la partecipazione verrà prolungata. L’accordo per aderire all’iniziativa cinese scade a marzo del prossimo anno, e Roma ha tempo fino a dicembre per ritirarsi. In caso contrario l’adesione verrà prorogata per altri cinque anni.

Tajani visiterà Pechino per tre giorni. Il premier Giorgia Meloni ha dichiarato di voler visitare la Cina in uno dei suoi prossimi viaggi all’estero. Da tempo in Italia c’era risentimento per la sua partecipazione alla Nuova Via della Seta, perché soprattutto la Cina ne avrebbe tratto vantaggio nei suoi rapporti commerciali con gli italiani.

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