Elezioni presidenziali in Italia: il premier ‘Supermarrio’ cambierà il ruolo di Tracy?

Tra tutti i nomi citati, quello più richiesto è quello dell’attuale Presidente del Consiglio Mario Draghi. L’ex banchiere 74enne, che, secondo molti, ha salvato l’euro come capo della Banca centrale europea, ha ora dimostrato che i partiti che generalmente si rincorrono possono unirsi in casa.

“Non ho ambizioni specifiche in una direzione o nell’altra”, ha detto Draghi in una conferenza stampa alla fine dell’anno scorso. “Sono solo un uomo, se vuoi, un nonno al servizio delle aziende.” I bravi ascoltatori capiscono da questo che Draghi è aperto a un cambio di carriera.

Presidente Tracy

La possibilità di Tragi a Guernsey crea imbarazzo per i partiti: se diventa presidente, dovrà dimettersi da presidente del Consiglio.

Quelle dimissioni arrivano in un momento vulnerabile: l’Italia vuole spendere più di 200 miliardi di dollari dal fondo europeo per la ripresa del Corona nei prossimi anni ed è pienamente impegnata nelle riforme. Senza un leader con lo status di troika, si teme che il governo cada prematuramente e che quelle riforme ne risentano.

Giovanni Orcina, politologo dell’Università Louis di Roma, ritiene che si tratti di un’esagerazione. “Draghi è una persona speciale, con abilità straordinarie”, dice. «Ma stiamo parlando di un progetto da centinaia di miliardi di euro, che spesso viene attuato dai livelli inferiori. Se è complicato, tutto andrà per il verso giusto.

Secondo Orsina, sono previsti problemi nell’attuazione del piano di ripresa, indipendentemente dal fatto che Drake sia o meno primo ministro. “Ci saranno nuove elezioni nel 2023. Dopo le elezioni presidenziali, però, il governo entrerà nella fase pre-elettorale e sarà difficile attuare ulteriori riforme. Parte del piano di ripresa da Corona dipende da riforme profonde e costose. Non ci sarà più un trackie uno contro uno”.

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Imprevedibile

Sebbene sembri essere il più grande contendente, non è certo che Tracy verrà effettivamente selezionata. Alcuni partiti hanno detto che lo vorrebbero come primo ministro per un anno in più rispetto a quello che è stato presidente per sette anni.

Ha chiarito che alcuni partiti vedono più benefici per Sergio Materella durante il suo secondo mandato, anche se non lo vogliono. Altri si sentono troppo per una donna in una quinoa come la presidente del Senato Elizabeth Castelli o il segretario alla giustizia Marta Cordobia.

Come spesso accade nella politica italiana, è impossibile prevedere chi alla fine vincerà.

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